Le cicerchie che trovate in bottega sono una varietà antica, caratteristica per le piccole dimensioni, coltivata sin dai tempi più remoti nei terreni più poveri dei Monti Sibillini, nell’Appenino Umbro-Marchigiano.
Spesso i contadini coltivavano questo legume in appezzamenti marginali, fra i filari delle viti, per assicurarsi una fonte di proteine durante tutto l’arco dell’anno.
Richiedono un periodo di ammollo di circa 24 h, sostituendo l’acqua due-tre volte durante il periodo di ammollo. Il consiglio è di strofinare fra loro le cicerchie con le mani in occasione del cambio dell’acqua di ammollo: verrà via la pellicina più esterna e si faciliterà la cottura!
Sono molto indicate per la preparazione di zuppe miste con cereali (es. Orzo Mondo e farro dicocco) e di purè. Si prestano molto bene anche ad essere preparate utilizzando le ricette tradizionali delle Fave.
A noi piacciono in zuppa, con un soffritto di cipolla, sedano e poca carota, in olio EVO. Aggiungendo del brodo vegetale e una bella patata sbucciata, che andremo a schiacciare per ottenere una zuppa cremosa e densa. Un filo di olio Evo e una fetta di pane abbrustolita, e via!
Si raccomandano il controllo a dito per rimuovere impurità e un abbondante risciacquo